Campagna plastica stop

Quest’estate un radar contro le masse plastiche sulle spiagge

Ogni 60 secondi, per 365 giorni all’anno, un camion pieno di plastica finisce in mare. E’ quanto stimato dalle ricerche di Greenpeace sul quantitativo di rifiuti che finisco ogni giorno nei nostri mari. Così l’associazione ambientalista ha deciso di lanciare l’iniziativa Plastic Radar, volta a segnalare i rifiuti plastici nei nostri mari. Una campagna che Verdenti, come altre realtà a favore dell’ambiente ha deciso di sostenere.

Dare il proprio contributo è semplice: basta essere muniti di smartphone, fotografare le masse plastiche ed inviare la segnalazione via Whatsapp al numero +39 342 3711267.

Denunciare per salvare una Terra sempre più di plastica.

Secondo Giuseppe Ungherese, responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia, l’iniziativa è davvero alla portata di tutti. «Invitiamo tutti gli amanti del mare a non rassegnarsi a convivere con la presenza di rifiuti di plastica, ma ad accendere i riflettori su questo grave inquinamento che rappresenta una delle emergenze ambientali più gravi dei nostri tempi» spiega il leader ambientalista. Ma Plastic Radar non si limita solo a rilevare la localizzazione delle masse plastiche, vuole individuare quali tra i principali marchi italiani e internazionali continuano ad immettere sul mercato plastica monouso. Nonostante le petizioni sottoscritte negli anni passati.

Più di un milione di persone nel mondo hanno chiesto a gran voce ai colossi come Coca-Cola, Ferrero, McDonald’s, Nestlé e Pepsi di utilizzare materiali riciclabili e facilmente smaltibili all’interno dell’ecosistema. Un accorgimento se si considera la nuova direttiva UE contro il marine litter, l’inquinamento marino, che entrerà ufficialmente in vigore a partire dall’anno 2019. Vietando l’utilizzo di plastica monouso nel Vecchio Continente.

Da sempre, la filosofia Verdenti condivide le preoccupazioni delle ONG amanti del verde. E lo fa scegliendo materiali ecocompatibili e riciclabili come, ad esempio, i bicchieri monouso in amido di mais. Alle buste di plastica monouso, contenenti gli strumenti odontoiatrici, preferisce presidi riutilizzabili e/o di carta.

Eppure il programma naturale di verdetti non si ferma qui e opta per le radiografie digitali piuttosto che per quelle tradizionali. Il motivo? Queste ultime hanno bisogno di liquidi di sviluppo e fissaggio per essere visionate e, oltre a questo, delle sottili lamine di piombo servono a schermare le lastrine. Tutti rifiuti speciali dall’altissimo impatto sull’ambiente.

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